Gli appunti comprendono concetti economici essenziali per il management (cuneo fiscale, fattori produttivi, analisi SWOT e PEST). In seguito, viene presentato il binomio efficacia-efficienza. Segue il modello di Mintzberg, la spiegazione sulle camere di commercio e il CNEL, il binomio make or buy e la catena del valore. Le testimonianze sono relative a diversi ambiti, la più importante è quella sulle fondazioni di origine bancaria.
Scopri gli appunti completi di Economia Manageriale che approfondiscono in modo esaustivo gli elementi chiave del mondo degli affari e della gestione aziendale. Esploriamo argomenti cruciali come l'imprenditore e l'impresa, analizzando fenomeni economici come la stagflazione e la stagnazione. Approfondisci la comprensione del cuneo fiscale e scopri le diverse forme di mercato, tra cui il monopsonio.
Il focus si estende ai fattori produttivi, all'analisi ISOQUANTO e alle dinamiche del brokeraggio. Esploriamo il mondo del project financing, con particolare attenzione a informazioni e ricerche di mercato. Approfondisci concetti chiave come l'analisi SWOT, PEST, efficienza ed efficacia, nonchè il concetto di suddivisione del lavoro di Adam Smith.
Scopri il modello di Mintzberg e affronta tematiche contemporanee come l'asimmetria informativa e l'economia circolare. Una testimonianza dell'avvocato Mazza di Bper Banca di Modena aggiunge prospettive pratiche, mentre esploriamo il ruolo delle Camere di Commercio, delle associazioni di categoria e la dinamica dei brevetti nell'innovazione aziendale.
Analizziamo strategie cruciali come il make or buy, la catena del valore e i processi di supporto e approvvigionamento. Approfondisci tematiche specifiche come il lean manufacturing system e l'Overall Equipment Efficiency. Scopri il ruolo delle fondazioni di origine bancaria nel grant making e comprendi la gestione delle FOB.
Approfondisci il settore turismo e ricevi preziose testimonianze da figure autorevoli come il Professore Paolo Balistreri di Confindustria Piemonte e Sonia Ghello. Esploriamo il legame tra eventi sportivi e sistemi territoriali montani, analizzando produzione, impatto e sostenibilità.
Infine, immergiti nel mondo finanziario che supporta eventi, concerti, start-up e PMI. Scopri come eventi culturali e sportivi possono creare opportunità uniche nel contesto economico attuale. Valorizza la tua formazione con le testimonianze di esperti come Sonia Ghello, arricchendo la tua comprensione di valori e identità nel contesto aziendale.
E c o n o m i a
M a n a g e r i a l e
Appunti di Arianna Pinto
SAA - School of Management | Scuola di Amministrazione Aziendale
Facoltà: Scuola di Amministrazione Aziendale
Corso di Laurea in Management dell'Informazione e della Comunicazione
Aziendale
Esame: Economia Manageriale
Docente: Filippo Monge
A.A. 2022/2023
Tesi
online
A P P U N T I
Tesionline
“Molte volte i manager fanno come Cristoforo Colombo: partono senza sapere dove vanno, quando
arrivano non sanno dove sono. Tutto questo con i soldi degli altri”.
Ogni tanto W. Churchill ironizzava in maniera critica sui manager. Lo stesso principio vale per gli
allenatori di calcio paragonabili ai CEO, c’è una squadra, delle attese, un obiettivo, un fatturato che
può aumentare attraverso i biglietti dello stadio o il merchandising.
Il fattore capitale umano fa sempre la differenza in un’impresa.
Articolo 2082 c.c. →è imprenditore colui che con mezzi propri o di terzi organizza la propria
attività ai fini della produzione e scambia dei beni e servizi. È imprenditore chi esercita
professionalmente un'attività economica organizzata a fine della produzione o dello
scambio di beni e servizi.
Da ciò si evince che non sempre un imprenditore è una persona ricca.
La prima soddisfazione degli imprenditori moderni è aver pagato le retribuzioni ai dipendenti.
“Se vuoi costruire una nave, non radunare gli uomini per raccogliere il legno e distribuire i compiti,
ma insegna loro la nostalgia del mare ampio e infinito.”
Antoine de Saint-Exupéry
L’impresa è competizione e il mercato non è una linea retta ma è pieno di curve ed insidie.
(immagine formula 1). Molti si autoproclamano leader, senza avere dei veri followers.
La rassegna stampa è un estratto dei principali articoli su un determinato argomento →i prezzi di
produzione sono fuori controllo perché aumenta il costo di produzione con il caro bollette, sia a
livello privato che a livello aziendale. Molte attività produttive energivore quindi fortemente
legate all’elettricità hanno un’impennata dei costi che riduce la speranza di raggiungere dei ricavi e
dei guadagni. È sempre più difficile comprare gas a prezzi accettabili, la cui borsa è ad Amsterdam
dove si determina il prezzo al kilowattora.
Le piscine in questo periodo sono fortemente in crisi. Le piscine guadagnano da una voce precisa
del bilancio, il riscaldamento. Di seguito alcuni articoli:
Per le piscine e le società solo batoste. Lo riporta il sito della Federazione Italiana Nuoto. Il grosso
problema nasce dall’aumento delle bollette per le società che già stanno in… bolletta. E il
problema non è solo per gli agonisti, ma anche per tutti quegli italiani che in piscina ci vanno per la
salute e per tenersi in forma.
ECONOMIA MANAGERIALE
1Lo abbiamo già detto: lo sport è socialmente importante, non è solo semplice svago. Detto molto
brevemente chi nuota sta meglio e grava meno sul sistema sanitario. È un risparmio per lo stato. E
i piccoli nuotatori delle scuole nuoto di oggi saranno le Pellegrini e i Paltrinieri di domani. Per
questo e per molti altri motivi il presidente della Federazione Italiana Nuoto si prodiga
costantemente a segnalare ed esternare la preoccupazione per una situazione tragica che non
sembra, per adesso trovare rapida soluzione.
Dice Barelli: “Ristori? Gli impianti natatori che non sono solo per i grandi campioni, ma per i
cittadini e lavorano in un delicato ambito come quello di insegnare a nuotare, sono alla carità, in
ginocchio, stanno chiudendo. Non solo sono colpiti dalla pandemia, ora sono colpite dal caro
energia. Scaldare migliaia di metri cubi di acqua hanno dei costi enormi. Siamo molto
preoccupati, sono arrivate solo le briciole. […]. Spero si possa fare qualcosa nell’immediatezza”.
E aggiunge: “Perdite del mondo del nuoto? Si parla di cifre che superano il miliardo. Ci sono circa 4
milioni di cittadini che vanno in piscina in modo periodico e le società sportive sono già entità
molto vulnerabili anche finanziariamente e con questa botta che ha azzerato le entrate e fatto
lievitare i costi, il risultato è il fallimento”.
Il grossissimo problema, anche secondo noi, è quello delle attività di base. Per adesso dalla politica
non sembrano essere arrivate né risposte né tantomeno soluzioni. Ad oggi manca ancora il
Ministero dello Sport e valentina Vezzali da sottosegretario fa quel che può ma… se manca un
ministero manca tutto. Forse il primo problema da risolvere potrebbe essere questo per riuscire a
farsi sentire?
«Una piscina media, di 25 metri, con sei corsie, palestra e spogliatoi, spende di luce e gas diecimila euro
al mese. Le bollette sono già triplicate e in alcuni casi quadruplicate. Presto chi pagava diecimila euro al
mese rischia di pagarne a breve cinquantamila. E chiuderà. Non avrà altra scelta, i costi sono
insostenibili, soprattutto per le piscine che sono strutture altamente energivore. Molte sono già in
agonia».
«Le associazioni sportive dilettantistiche non hanno finalità di lucro, non sono imprese commerciali. Per
questo, ad esempio, hanno enormi difficoltà di accesso al credito. E per questo sono rientrate solo in
minima parte nei vari ristori erogati per i lockdown. Ma rappresentano un paracadute per la società,
visto che né la scuola, né l'università garantiscono lo svolgimento della pratica sportiva e gli impianti
pubblici per i cittadini sono quasi inesistenti. Per questo lo Stato deve tutelare queste entità impegnate
alla promozione sociale e umana, molto più fragili di quanto si possa pensare. Il governo ha varato
ultimamente un bando da 52 milioni per le palestre e due bandi per un totale di 72 milioni per le piscine.
Ossigeno, ma è ancora pochissimo».
2L’ISTAT è l'Istituto nazionale di statistica è un ente
pubblico di ricerca italiano che si occupa dei censimenti
generali della popolazione, dei servizi e dell'industria,
dell'agricoltura, di indagini campionarie sulle famiglie e di
indagini economiche generali a livello nazionale. È
l’ufficio statistiche dell’Italia.
STAGFLAZIONE →indica una via di mezzo tra stagnazione
e inflazione →c’è una crescita dei prezzi ma non c’è
crescita di domanda, tutto è fermo. In economia, con il
termine stagflazione si indica la situazione nella quale
sono contemporaneamente presenti nello stesso
mercato sia un aumento generale dei prezzi, sia una
mancanza di crescita dell'economia in termini reali.
Le cause della stagflazione sono ancora discusse dagli
studiosi ma si pensa che possano essere di natura
esogena come, ad esempio, aumenti del costo delle
materie prime oppure di forti rincari dei beni energetici,
dati da mancanze dal lato dell'offerta.
Situazione di un'economia che soffre
contemporaneamente di un'elevata inflazione ( ➔ p) e di una crescita bassa o nulla ( ➔
stagnazione) del prodotto.
Si verifica quando i prezzi delle materie prime ma non solo, crescono a causa di fattori esterni e
non controllabili come una guerra. In uno scenario di questo tipo si potrebbe configurare
la stagflazione: una crescita dei prezzi e una produzione che rallenta.
Come uscire dalla stagflazione? →Il modo migliore e più efficace per uscire dalla stagflazione è che
i governi abbassino i loro tassi drasticamente. L'ultima volta che gli Stati Uniti furono in un periodo
di stagflazione, alla fine degli anni '70, ne uscirono proprio adottando questa misura, che li portò
anche in breve tempo a prosperare.
STAGNAZIONE →Nel linguaggio economico, condizione in cui produzione e reddito nazionale
restano immobili, senza aumentare né diminuire. Se relativa a un periodo prolungato, individua
una fase di progressiva contrazione della crescita economica ( ➔ ristagno).
Quali sono le piccole imprese? Tutte le attività proprie o comunali di piccole dimensioni. In Italia ci
sono circa 5 milioni di PMI che crescono del +5,6% in media all'anno. L'86% delle imprese sono
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3«micro» (fatturato minore di 2 milioni di euro). Solo lo 0,17% del fatturato delle PMI viene
reinvestito in Ricerca & Sviluppo. Uno dei primi problemi sarà evitare le strozzature per le piccole
botteghe.
Marco Bussoni presidente di Uncem → ha inventato lo slogan ‘io compro in valle’, il famoso
concetto del km0.
L'Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani è un'organizzazione nazionale presente
in ogni regione italiana, che raduna e rappresenta i comuni montani e le comunità montane, oltre
ad associare province, consorzi, camere di commercio e altre entità operanti in montagna.
Le comunità montane sono enti locali equiparati alle unioni di comuni esercitano le funzioni di
tutela, promozione e valorizzazione della montagna e gestiscono gli interventi speciali per la
montagna stabiliti dalla normativa dell'Unione europea e dalle leggi statali e regionali. Il ministero
dell'Interno provvede alla gestione dei fondi dei trasferimenti erariali e dei contributi statali
destinati alle province, ai comuni, alle comunità montane e alle unioni di comuni. È competente in
materia di ordinamento finanziario e contabile degli Enti locali, e svolge specifica consulenza in
materia.
Questo perché gli intermediari esportando schiacciano il consumatore finale e la piccola
imprenditoria.
Anche gli esportatori hanno problemi perché si trovano bollette esplosive e la frutta prima o poi
essendo troppo matura, non è più consumabile sulle grandi piazze alimentari. Anche l’export è in
crisi.
La creazione di valore rimane l’obiettivo primario dell’impresa moderna.
CUNEO FISCALE: spread sul quale si calcolano costi previdenziali e assistenziali.
Il cuneo fiscale è un indicatore degli effetti della tassazione sul reddito dei lavoratori, l'occupazione
e il mercato del lavoro. Viene espresso come percentuale del costo di lavoro ed è definito
dall'OCSE come il rapporto tra le tasse pagate da un lavoratore medio e il costo totale del lavoro
per il datore di lavoro. Ai fini del calcolo il lavoratore viene presupposto come singolo, senza figli. Il
suo valore medio indica quanto le tasse sul lavoro scoraggino l'impiego.
Il cuneo fiscale è la deviazione dal punto di equilibrio prezzo/quantità come risultato della
tassazione che obbliga i consumatori a pagare di più per un bene e i fornitori a ricevere di meno.
Seguendo la legge della domanda e offerta, se il prezzo sostenuto dai consumatori risulta
incrementato e il prezzo ottenuto dai fornitori risulta diminuito, la quantità scambiata diminuisce.
Sia i consumatori che i fornitori pagano una qualche proporzione della tassa introdotta; la
suddivisione della tassa dipende dalla struttura delle curve di domanda e offerta. Se la curva
dell'offerta tende ad appiattirsi nel tempo, i consumatori tendono a pagare una porzione maggiore
della tassa.
Attraverso l'elasticità della domanda è possibile capire chi, fra produttori e consumatori,
sopporterà in misura maggiore il peso della nuova imposta.
In particolare, nel caso di una domanda fortemente elastica (quindi molto suscettibile a variazioni
di prezzo del bene) il carico della nuova imposta verrà sopportato maggiormente dai produttori (in
termini di mancato guadagno a seguito della diminuzione di domanda)
4Nel caso di domanda scarsamente elastica (quindi poco suscettibile a variazioni di prezzo), la
maggior parte del peso dell'imposta sarà sostenuto dai consumatori, in termini di aumento del
prezzo finale; (in questo caso, il ricavo del produttore non si modificherebbe di molto, in quanto la
domanda dei consumatori, anche dopo l'introduzione dell'imposta, non subirebbe grosse
deviazioni)
Più in generale, gli effetti più rilevanti provocati dall'introduzione di una nuova imposta sono:
diminuzione della quantità di prodotto scambiata,
(dalla posizione di equilibrio Q* alla posizione Qt);
aumento del prezzo finale del bene;
diminuzione del ricavo marginale dei produttori.
In Europa un elevato carico fiscale ha creato grandi effetti
marginali del cuneo fiscale.
Gli effetti del cuneo fiscale sono valutabili nel costo del
lavoro dove la domanda è rappresentata dalla richiesta delle
aziende, l'offerta dal lavoro degli occupati e il cuneo fiscale è
dato dalla tassazione che lo Stato impone per il rapporto
giuridico di lavoro.
Il cuneo fiscale è un indicatore percentuale che indica il
rapporto tra tutte le imposte sul lavoro (dirette, indirette e contributi previdenziali) e il costo del
lavoro complessivo.
Può essere determinato sia per i lavoratori dipendenti sia per i lavoratori autonomi o liberi
professionisti. Le imposte considerate nella determinazione del cuneo fiscale sono sia a carico
del datore di lavoro o committente sia del lavoratore dipendente o autonomo o libero
professionista. La pressione fiscale apparente è invece determinata per uno Stato come incidenza
della imposizione fiscale in rapporto al PIL e si differenzia dal cuneo fiscale che è riferito
all'incidenza della imposizione fiscale sul costo del lavoro.
Il cuneo fiscale è un indicatore della somma di tutte le imposte che gravano sul costo complessivo
del lavoro (sostenuto quindi dal datore di lavoro o dal committente per ottenere le prestazioni
del lavoratore dipendente, o del lavoratore autonomo o libero professionista),
[4]
in rapporto al
costo complessivo del lavoro offerto ovvero la differenza tra stipendio o salario lordo e stipendio
netto percepito dal lavoratore, ossia quelle somme dette anche trattenute fiscali.
Sottraendo quindi al costo complessivo del lavoro la somma delle imposte che determinano il
cuneo fiscale, si ricava il reddito reale netto disponibile percepito dal lavoratore. Si può esprimere
anche come percentuale tra l'incidenza di tutte le imposte (dirette, indirette e contributi
previdenziali) e il costo complessivo del lavoro.
L'ampiezza del cuneo fiscale è la somma tra le trattenute al lavoratore e gli oneri a carico
dell'azienda e le imposte a carico del lavoratore.
Il cuneo fiscale sul lavoro del lavoratore dipendente in Italia è costituito dalle seguenti imposte:
IRPEF
contributi previdenziali
La quota di contributi previdenziali a carico del lavoratore nel 2013 era mediamente del 9%
(imposta diretta). La quota di contributi previdenziali a carico del datore di lavoro nel 2013 era
mediamente del 34%, comprensiva del 9% a carico del lavoratore, (imposta indiretta). Inoltre, vi
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/c 1
5era una quota variabile fino a 13 punti di contributi assistenziali. (vedi anche le aliquote
contributive)
Lavoratore autonomo (artigiano, commerciante, coltivatore diretto..)
Il cuneo fiscale sul lavoro del lavoratore autonomo in Italia è costituito dalle seguenti imposte:
IRPEF
contributi previdenziali
IVA
Libero professionista
Il cuneo fiscale sul lavoro del libero professionista in Italia è costituito dalle seguenti imposte:
IRPEF
contributi previdenziali
IVA
Quanto è il cuneo fiscale in Italia?
L'Italia, secondo quanto riferito dall'analisi dell'Osservatorio CPI redatta il 1° luglio 2022, è al
quinto posto tra i Paesi OCSE (organizzazione collaborazione sviluppo economico) per livello
di cuneo fiscale, con ben il 46,5%.
→Ricordiamo le 4 forme di mercato.
Quando si tratta di un mercato con solo un’impresa, siamo in monopolio (acqua potabile).
Se ci sono poche imprese, si parla di oligopolio che può poi essere differenziato o non (telefonia e
petrolio greggio).
Se ci sono prodotti differenziati si parla di concorrenza monopolistica come l’arredamento e
l’abbigliamento. Se si tratta di un mercato composto da prodotti identici siamo in concorrenza
perfetta come nel mercato del frumento e del latte. Le due concorrenze si riferiscono comunque a
molte imprese.
Meno c’è concorrenza e più l’imprenditore si adagia, come è successo nei grandi trasporti pubblici.
Il monopolio pubblico di Trenitalia è ancora in piedi grazie all’introduzione dell’alta velocità e
grazie al competitor Italo.
Con il passare del tempo il mercato si è spostato sempre più verso la concorrenza. Più il prodotto è
identico, più c’è il rischio che ci si muova su situazioni di concorrenza dove cambiano il numero di
produttori presenti sul mercato.
Macrosettori produttivi→Sono settori in cui imprese di dimensioni diverse lavorano per la
produzione di un prodotto simile come turismo, edilizia e abbigliamento.
6Monopsonio →presenza di un unico compratore sul mercato.
Un po' il contrario del monopolio.
Il termine monopsonio designa una particolare forma di
mercato caratterizzata dalla presenza di un solo acquirente a
fronte di una pluralità di venditori oppure, nel mercato del
lavoro, quando vi è un unico datore a fronte di molti
lavoratori. Situazione di mercato caratterizzata
dall'accentramento della domanda da parte di un solo
soggetto economico e dall'impossibilità per altri acquirenti di
entrare sul mercato.
Come nel caso di FIAT, ENEL e TELECOM in Piemonte. Come produttori appartengono ai diversi tipi
di mercato, ma per un determinato mercato diventano un unico cliente. È una forma di mercato
poco trattata.
La monopsonia è una struttura di mercato in cui esiste un singolo acquirente o attore. Mentre
potrebbero esserci uno o più offerenti. Pertanto, il mercato è considerato imperfettamente
concorrenziale.
Il monopsonio è caratterizzato dal fatto che l'unico richiedente del mercato affronta una curva di
offerta con pendenza positiva, il che significa che maggiore è la quantità del prodotto o servizio
che vuole acquistare, maggiore è il prezzo che deve offrire. In questo modo, il monopsonista è un
decisore del prezzo. In un mercato con molti acquirenti, invece, questi sono accettori di prezzo
poiché affrontano una curva di offerta piatta e possono acquistare la quantità che desiderano al
prezzo corrente, senza poterla influenzare.
Se l’azienda madre chiude e delocalizza, automaticamente tutto il sistema decade, sei legato
quindi agli andamenti. Il consiglio è quello di svincolarsi da un unico compratore.
Esistono imprese termoidrauliche che lavorano per un unico cliente. Tuttavia, se quel cliente
vende o delocalizza o decide di tagliare del 30% tutti i contratti di fornitura. Il consumatore, infatti,
non può scegliere nel monopolio, esempio autostrada Torino-Savona.
Teoria del canestrino →io ho tre azioni bper, intesa e Ferrari, se crolla un titolo, non
necessariamente deve anche crollare l’altro e il canestrino sta sempre in equilibrio. Devo evitare
che dei vincoli strozzino la mia traiettoria.
FATTORI PRODUTTIVI
Lavoro →rappresenta il servizio fisico e mentale dedicato dall’uomo, contempla anche l’attività
imprenditoriale e dipende dalla dimensione della popolazione e da componenti socioeconomiche.
Il capitale →è l’insieme dei beni prodotti dal sistema economico per produrre altri beni, da non
confondere con il capitale finanziario. Il capitale produttivo è quello che si usa per comprare
macchine o attrezzature e per trasformare, non è quello con cui creiamo l’impresa.
https://www.scuola-e-cultura.it/wp-conte 1
7La terra →contempla tutti gli elementi che sono forniti dalla natura e utilizzati a fini economici,
non è riproducibile ed è limitata fisicamente; rientra implicitamente nel capitale. La terra è fattore
produttivo di materie prime, ma anche di capitale in quanto bene prezioso e fertile in grado di
generare prodotti unici.
In un’economia di mercato i due fattori produttivi principali sono la mano d’opera e i soldi per
alimentare i miei investimenti e tutta l’economia manageriale ruota sulla combinazione di questi
fattori.
Con la rivoluzione industriale si è andati sulla scelta di avere più capitale (automazione) che
manodopera: non si rivolge ai sindacati, è più veloce, non si ammala… come i caselli autostradali e
la cassa fai da te nei supermercati. Gli obiettivi delle aziende sono andati nella direzione
dell’alleggerimento del rapporto con il fattore produttivo lavoro che ha un costo particolarmente
caro in Italia risetto ai competitor europei, il cuneo fiscale è molto alto.
La combinazione dei fattori produttivi porta con sé la valorizzazione della mia competenza. Posso
avere ottime materie prime, ma posso non essere bravo a gestirle o trasformarle e il valore del
mio output sarà inferiore dei miei input. Sulla catena produttiva si collezionano rischi che possono
trasformarsi in pericoli come il guasto alla macchina o l’interruzione dell’elettricità, la mancanza di
consegna di determinate materie prime. Anche gli sprechi ovvero il fatto di allocare risorse in
modo sbagliato e non efficiente è molto frequente come problema nelle imprese.
Il consumatore ha sempre più preteso l’autenticità e la genuinità nel prodotto e questo le imprese
lo possono fare trovando il giusto equilibrio tra manifattura e capitale che dia un prodotto
artigianale, il quale ha caratteristiche vicine alle attese del consumatore.
ISOQUANTO →(riguarda appunti di istituzioni)
Un isoquanto è una curva lungo la
quale il livello di produzione
dell’impresa è costante. In questo
grafico mostriamo un isoquanto
dell’impresa Cerium, che
corrisponde a 15.000
microprocessori. L’impresa può
usare diverse combinazioni di
capitale e lavoro per attingere a
questo livello di produzione. La
combinazione A, costituita da 66
lavoratori e 2 macchine, genera lo
stesso livello di produzione della
combinazione B, costituita da 28
lavoratori e 4 macchine, e della
combinazione C, costituita da 13
lavoratori e 8 macchine.
https://matematicaoltre.altervista.org/w 1
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